Perché la Giornata della Memoria?

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“L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. E’ la fatalità[…]. E’ la materia bruta che si ribella all’intelligenza e la strozza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, il possibile bene che un atto eroico (di valore universale) può generare non è tanto dovuto all’iniziativa dei pochi che operano, quanto all’indifferenza, all’assenteismo dei molti. Ciò che avviene, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare, lascia aggruppare i nodi che solo la spada potrà tagliare, lascia promulgare le leggi che poi solo la rivolta farà abrogare, lascia salire al potere gli uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. La fatalità che sembra dominare la storia non è appunto che apparenza illusoria di questa indifferenza, di questo assenteismo. Dei fatti maturano nell’ombra, poche mani, non sorvegliate da nessun controllo, tessono la rete della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa. I destini di un’epoca sono manipolati a seconda delle visioni ristrette, degli scopi immediati, delle ambizioni e passioni personali di piccoli gruppi attivi, e la massa degli uomini ignora, perché non se ne preoccupa. […] Odio gli indifferenti anche per ciò che mi dà noia il loro piagnisteo di eterni innocenti. Domando conto a ognuno di essi del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto.[…] Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Così Antonio Gramsci nel 1917.

Ieri era la Giornata della Memoria. Rinominiamola, chiamiamola Giornata delle Memorie. Per non dimenticare ogni singola vittima di tutti i conflitti passati, per non dimenticare quelli che proprio ora stanno lasciando la loro scia di sangue, di dolore.

Insegniamo la Storia ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze, che non sia il momento della noia ma l’ambito in cui svegliare le coscienza di tutti i cittadini, piccoli o grandi che siano. Insegniamo loro a non essere indifferenti, a conoscere l’albero della propria vita, per tenere le radici ben salde nei principi che arricchiscono l’umanità e tagliare i rami secchi dell’inerzia. Insegniamo loro che la collettività è fatta di individui, che sempre più le azioni o le non azioni del singolo hanno conseguenze illimitate sulla comunità.

Non dimentichiamo. Non permettiamo che i nostri figli, le nostre figlie, crescano senza sapere quali eventi li hanno condotti dove sono ora. Non permettiamo che l’indifferenza lasci spazio a parole vuote, che l’ignoranza nasconda mostri dietro le buone intenzioni.

Restiamo vigili.

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